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06/01/2008 |
I santi Cosma e Damiano |
I SANTI COSMA E DAMIANO NELL'ICONOGRAFIA RELIGIOSA
Cosma e Damiano, fratelli, santi, taumaturghi e medici anargiri
La paternità universale di Dio, particolarmente nel cristianesimo, comporta la fratellanza tra tutti gli uomini e in particolare tra i credenti e i cristiani. Tale figliolanza divina adduce agli uomini il dono della partecipazione alle qualità del padre. E quella più specifica di Dio è la sua santità : il Dio Padre secondo la Bibbia è il Santo unico, il Santo-Santo-Santo (particolare modo espressivo della lingua ebraica per esprimere il superlativo assoluto). Quindi tutti i credenti in Dio Padre partecipano della sua santità .
Per questo san Paolo ritiene che tutti i credenti in Dio Padre, in quanto da Lui santificati, sono da chiamare santi (in particolare Ef 1,4; 2,19: Col 3,12). Ma con il tempo la santità ereditata da Dio mediante suo Figlio Gesù Cristo non sempre era testimoniata in modo 'santo' dai cristiani, per cui il termine santo è stato riconosciuto dalla Chiesa a quelle persone che hanno vissuto con fedeltà e coerenza la fede in Gesù Cristo Risorto e Salvatore. E quando si incontrano credenti, fratelli per via di uno stesso genitore, e poi santi per la comune testimonianza di vita, non si può che indicarli come particolari esempi di fratellanza umana santificata dal comune riconoscimento della fratellanza e quindi della figliolanza che Dio ha donato loro.
In verità , in Occidente, tanta 'duplice' fratellanza non ha molti esempi, se non nei primi secoli del cristianesimo. Provengono dall'Oriente fratelli santi come Cirillo e Metodio, come Cosma (o Cosimo) e Damiano (forse anche gemelli, come evidenzia anche la loro iconografia) e tanti altri fratelli e sorelle i cui nomi sono poco conosciuti ma la cui memoria è ricordata nel Martirologio Romano. L'iconografia li caratterizza sempre con la loro compresenza pur nella distinzione delle persone: due statue (a volte con uno stesso basamento) due immagini (su una stessa tavola o un quadro), due persone in una stessa icona, sulla stessa medaglietta, sull'immaginetta di un 'santino'… Anche in questo modo si intende evidenziare la comune fede condivisa fraternamente a testimonianza del comune riconoscimento di essere fratelli anche perché figli di Dio Padre.
L'altra particolarità dei santi Cosma e Damiano è la loro prerogativa di essere stati medici (ma con l'apposizione di essere taumaturghi, cioè ritenuti capace di operare miracoli). La loro professione di medico garantisce agli uomini la cura e la salute del corpo, la loro professione di cristiani testimonia la cura e la salvezza che Dio garantisce agli uomini mediante la loro santità . E Dio solo sa di quanta cura e salute hanno bisogno gli uomini. Per ciò assumerli come patroni e propri protettori assicura la loro mediazione nei confronti di Dio.
Mediazione che caratterizza la funzione dei santi nell'economia delle relazioni dei cristiani con Dio. E per giunta erano medici 'senza portafoglio', o meglio santi medici anà rgiri (in greco significa 'senza argento', 'senza denaro'), cioè medici che professavano la loro arte medica gratuitamente (oggi sarebbero un bell'esempio per molti medici, non sempre taumaturghi come i santi Cosma e Damiano dei quali sono protettori). Alcuni testi parlano di un farmaco di loro invenzione chiamato "Epopira". Il Sinassario (antico testo liturgico che riporta il resoconto della vita dei Santi e dei Martiri dei secoli antichi, disposti giorno per giorno per tutto l'anno) della Chiesa di Costantinopoli riferisce il curioso episodio di una donna, di nome Palladia, la quale in segno di gratitudine per l'ottenuta guarigione, insistette per offrire ai due Santi la ricompensa di tre uova. Al netto rifiuto, la donna reagì rimproverandoli, perchà© considerò tale atteggiamento come una mancanza di galateo nei suoi riguardi. Ottenne così il risultato che Damiano, di nascosto da Cosma, accettasse il piccolo dono, ma anche che il Santo venisse severamente rimproverato da suo fratello.
La loro professione medica la si rileva anche dall'iconografica: il più delle volte indossano gli abiti orientali, sontuosi e accademici nei colori rosso e verde; a volte come a Monopoli (Ba) portano le vesti mediche dell'Occidente e della nobiltà spagnola. In mano sorreggono la palma del martirio e gli strumenti della professione medica: Cosma sorregge la cassetta del chirurgo, Damiano il mortaio e gli unguenti del farmacista. A volte in basso sono dipinti l'anfora e il serpente di Esculapio, simboli dell'arte medica.
L'abbigliamento dei santi Cosma e Damiano nelle raffigurazioni italiane che ci sono giunte attraverso i secoli non rispecchia solo l'abbigliamento tipico delle arti di cui i Santi furono patroni, ossia degli speziali, medici e barbieri.
A volte l'abbigliamento dei Santi è l'abbigliamento del potere. E' il caso, ad esempio di due tavole di Giorgio Vasari, del 1588 dove Cosimo il Vecchio è rappresentato come San Cosma e Cosimo I come San Damiano." (P. Catellani)
A Roma la basilica dei santi Cosma e Damiano, nei Fori romani, è stata edificata da papa Felice IV (526-530) sul sito dell'antico Templum Romuli e della Bibliotheca Pacis, nel Foro di Traiano: questo edificio sacro fu dedicato ai due fratelli medici probabilmente in contrapposizione al culto dei Dioscuri (i fratelli Castore e Polluce, i figli gemelli di Giove e Leda) nel vicino tempio del Foro, e fu il primo luogo di culto cristiano ad essere insediato nella zona del Foro, cioè nel cuore economico e politico della città .
Nel processo di 'cristianizzazione' del paganesimo, Castore e Polluce, «salvatori di […] molti uomini», erano i due fratelli da invocare per ogni aiuto fisico e in tal senso essi sono certamente assimilabili a Cosma e Damiano.
L'iconografia a volte li rappresenta con un turbante (cfr. Jurij Subic, 1855-1890, Narodna galerija, Lubiana) per ricordare la loro origine araba: erano infatti nati nel III secolo a Ciro di Siria, da una ricca famiglia.
Il culto per i due santi fratelli medici, passato dall'Oriente all'Europa, "si mantenne straordinariamente vivo fino a tutto il Rinascimento, dando luogo a un'iconografia tra le più ricche dell'Occidente, specie in Italia, Francia e Germania" (M. L. Casanova). E Cosimo de' Medici (i nomi sono in riferimento ai santi taumaturghi) il Vecchio chiama ad illustrare la vita dei due santi guaritori artisti come il Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli, Gentile da Fabriano. Ed i santi fratelli Cosma e Damiano vengono celebrati come patroni dei medici, barbieri, parrucchieri, farmacisti, dentisti e chirurghi.
Dopo aver appreso l'arte medica nella provincia romana di Siria, praticarono la loro professione nella città portuale di Egea, in Cilicia, sul golfo di Alessandretta.
Durante le persecuzioni dei cristiani volute dall'imperatore Diocleziano (tra il 284 e il 305, forse nel 303), furono fatti arrestare dal prefetto di Cilicia, Lisia, e dopo essere stati sottoposti a cinque tipi di torture (perciò il Martirologio testimonia che "i santi Cosma e Damiano furono martiri cinque volte"), vennero decapitati nella città di Ciro, nei pressi di Antiochia di Siria (oggi Antakya, in Turchia), insieme ai loro fratelli più giovani (Antimo, Leonzio ed Euprepio).
Le brevi notizie storiche che li riguardano risultano dai Martirologi e dai Sinassari. Il primo e principale loro biografo fu Teodoreto (+458), vescovo di Ciro, uno dei grandi protagonisti delle battaglie dottrinali nel V secolo che li invoca come "illustri atleti di Cristo e generosissimi martiri" che – secondo l'immagine di san Paolo (chi ha combattuto e conservato la fede riceverà "la corona della giustizia": 2Tm 4,8) – hanno ricevuto la palma (della vittoria) sulla morte mediante il loro martirio (= testimonianza di fede a costo della vita).
Il culto per i Santi Medici si diffuse subito dopo la loro morte. Lo stesso Teodoreto di Ciro parla della divisione delle loro reliquie, inviate alle numerose chiese già sorte in loro onore: a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia; l'imperatore Giustiniano I e il patriarca Proclo dedicarono ai Santi Medici una basilica di Costantinopoli che divenne meta di numerosi pellegrinaggi.
La prima cappella in loro onore a Roma fu edificata all'epoca di Papa Simmaco (498-515).
Poco tempo dopo, ad opera di Felice IV nell'anno 528 furono trasportate a Roma le reliquie dei SS. Cosma e Damiano, ai quali fu edificata la grande Basilica esistente nel Foro Romano. Nel 1924 una commissione di esperti nominata da Pio XI, effettuando una ricognizione, ritrovò le ossa di questi santi martiri nel pozzetto situato sotto l'antico altare della Basilica.
A ricordo della traslazione delle reliquie e della dedicazione della Basilica romana, nella liturgia occidentale fu fissata al 27 settembre la festività liturgica dei santi Cosma e Damiano; papa Paolo VI spostò la loro memoria liturgica al 26 settembre e rese il culto facoltativo il 17 ottobre e il 1 novembre.
I loro nomi furono inseriti nel canone della Messa dal Concilio di Trento, e furono gli ultimi Santi cui venne concesso simile onore. Nella Chiesa greca la festa liturgica cade il 1 luglio, il 17 ottobre e il 1 novembre. Nel Santuario di San Cosmo Albanese (CS) la ricorrenza celebrativa osserva i due calendari (latino e greco).
In Oriente a partire dal V secolo sorsero numerose chiese dedicate ai Santi Cosma e Damiano: in Scizia, in Cappadocia, in Panfilia, a Salonicco, a Gerusalemme, a Edessa del Ponto. In epoca posteriore (secoli X-XIII) il culto si diffuse in Bulgaria, in Romania, nelle regioni bizantine dell'Italia meridionale, tra cui la Calabria. La più famosa chiesa eretta in Oriente fu la Basilica che si trovava a Costantinopoli, proclamata santuario nazionale, alla quale accorrevano malati di ogni ceto sociale per chiedere la guarigione. In questa Basilica avveniva il rito dell'incubazione. Secondo la tradizione, mentre gli altri fedeli trascorrevano la notte in preghiera, i malati presenti si addormentavano adagiati su poveri giacigli nelle navate della chiesa. Durante il sonno miracolosamente apparivano i Santi Medici dai quali ricevevano le cure necessarie per la guarigione.
I Santi Medici sono festeggiati (a volte anche come patroni) nelle città di Bitonto (BA), Alberobello (BA), Conversano (BA), Oria (BR) con tradizioni locali e processioni particolari (a Bitonto la tradizionale "intorciata"), a Ravello (SA), a Pontecorvo (FR), a Matera e provincia. In Calabria la loro devozione è assai frequente in molte città e paesi, insieme a quella di san Rocco, altro grande Santo guaritore.
In provincia di Cosenza nel paese di S. Cosmo Albanese, colonia albanese, a Castrovillari, a san Demetrio Corona. In Provincia di Vibo Valentia il maggior culto lo troviamo a Brattirò e a Motta Filocastro di Limbadi, ma anche a Bivona, Badia di Nicotera, Vibo Valentia (nella chiesa di S. Giuseppe), Dasà , Nicotera (nella chiesa del Purgatorio, oggi sconsacrata). La provincia di Reggio Calabria però, è quella che annovera più chiese dedicate ai nostri Santi: a Riace, il culto ha antiche origini e la festa in loro onore ha una rilevanza nazionale, e poi ancora Montebello Ionico, nella parrocchia di Masella, Bocale, Oliveto, Acciarello (borgata di Villa san Giovanni), sant'Eufemia d'Aspromonte.
Alcuni paesi si onorano dei loro nomi: il comune di Santi Cosma e Damiano (LT), san Cosmo Albanese (CS), san Damiano Macra (CN). E molte chiese, basiliche, parrocchie e santuari sono dedicati ai Santi Medici Anargiri Taumaturghi Cosma e Damiano sia in Grecia, che in Italia e in altre parti d'Europa. E l'attualità dei Santi Medici si rinnova ancora nella devozione, nei pellegrinaggi ed anche negli studi (cfr. il recente (29 settembre – 1 ottobre 2006) Congresso internazionale sull'iconografia ed il culto dei santi Cosma e Damiano a Mercogliano, Altavilla, Nusco (AV) organizzato dal Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università degli studi di Napoli Federico II). Interessanti e particolari le relazioni (cfr. www. http://www.storia.unina.it/confere/abstract9RRR.doc).
Cosma e Damiano sono figure di santi che avvicinano Dio e Gesù Cristo alla gente. Soprattutto nei momenti in cui la fragilità dell'esistenza fisica implora l'energia della fede. E per un cristiano chi meglio di Gesù Cristo mediante i suoi santi potrà donare tale garanzia di qualità e di salvaguardia della salute e della vita?
Pasquale Troìa
Biblista
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