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19/05/2007
Il restauro delle pitture murali (a cura di Paolo Marradi, Ires)
RESTAURO E CONSOLIDAMENTO ALLE PITTURE E DECORAZIONI MURALI DELL'ABSIDE E DEL PRESBITERIO

Stato di conservazione

L'intervento di restauro conservativo iniziato nel 2003 e completato nel 2004 riguardante l'area presbiteriale ha permesso di valorizzare la decorazione rappresentata principalmente dal ricco apparato a stucco, nonché da quello pittorico, riportando alla luce quell'aspetto barocco che costituisce la caratteristica peculiare di questa chiesa.
Lo stato di conservazione da una prima lettura si presentava non molto buono: notevole innanzitutto il deposito superficiale e il degrado delle superfici interessate.
Nell'abside la volta a cupola ribassata decorata a calce, raffigurante un finto cassettonato, era completamente offuscata da polveri e nero fumo con evidenti lesioni e distacco di intonaco decorato; si notavano in alcuni punti dei ritocchi pittorici.
Era presente all'impostare della volta una finta cornice intagliata, mentre i quattro peducci erano completamente coperti da una ridipintura a tempera e presentavano in alcune zone disgregazione e polverizzazione dell'intonaco, dovute alla presenza di vecchie infiltrazioni d'acqua dal soffitto.
Il centro della cupola è impreziosito da una terracotta invetriata a forma di medaglione con una ghirlanda di fiori e frutta policroma, circondata da una cornice dipinta a tempera in finto oro. Lo stato di conservazione era buono nonostante l'appiattimento cromatico.
Nel presbiterio la volta a botte è caratterizzata da una decorazione liberty eseguita a tempera con il motivo centrale dell'Agnus Dei. Da una prima osservazione il dipinto presentava una superficie annerita dal deposito superficiale, inoltre erano visibili alcune ampie lesioni con perdita dell'intonaco e del supporto murario, con presenza di interventi precedentemente eseguiti con malta cementizia. Si osservavano numerosi punti di esfoliazione della pellicola pittorica con impoverimento del legante della pittura e presenza di vecchie infiltrazioni d'acqua vicino all'impostare della volta.
L'indagine stratigrafica eseguita in più punti della superfiicie in esame ha consentito la scoperta di una ricca gamma di coloriture e tecniche pittoriche come ad esempio il finto marmo delle specchiature degli archi, la doratura di alcuni elementi decorativi in stucco, la meccatura dei putti.
Essenzialmente in base ai saggi sulle pareti del coro e del presbiterio si sono ipotizzati tre schemi successivi di tinteggiatura. Quello visibile consisteva in un colore giallo chiaro eseguito a tempera, a livello successivo inferiore è stato trovato un azzurro molto più resistente eseguito a calce. Sulla parete di fondo si sono rilevate due coloriture: rosa e azzurro.
Proseguendo stratigraficamente si sono individuati soprattutto sulle pareti laterali del coro altre tracce di colori quali rosa e verde non più molto leggibili, infine l'intonaco antico originale liscio. Invece sulle pareti del presbiterio l'intonaco era privo di tinteggiatura e molto più ruvido. La rimozione delle pesanti ridipinture sulla decorazione plastica ha rilevato una superficie dello stucco bianco molto compatta e liscia con forme molto più morbide e nitide. La decorazione si presentava a prima vista integra con presenza di lesioni e piccole mancanze di ornato.
Infine al piano terra sono stati ritrovati dei pannelli in finto marmo completamente coperti da una balza in vernice a smalto, mentre sulla parete del coro si è messo in luce una finta porta decorata direttamente speculare a quella vera. Si sottolineava la presenza di umidità  di risalita che in certe zone aveva compromesso l'intonaco pittorico.

Intervento di restauro: superfici pittoriche

La valutazione dello stato di conservazione dell'opera, e l'individuazione delle cause del degrado nel suo complesso, ci ha permesso di adottare una metodologia operativa idonea, accompagnata da una documentazione fotografica delle varie fasi di lavoro.
L'intervento di restauro a partire dalle superfici pittoriche si è articolato nelle seguenti fasi: saggi stratigrafici, ritrovamento, pulitura della cromia originale, consolidamento, stuccatura, integrazione pittorica.

Volta decorata dell'abside

Si è proceduto inizialmente alla spolveratura con pennelli a setole morbide per rimuovere i depositi di polvere e sporco, successiva pulitura della pellicola pittorica utilizzando una soluzione acquosa di ammonio bicarbonato, previa l'interposizione di fogli di carta giapponese, e risciacquo finale mediante spugnature con acqua. L'operazione è stata ripetuta più volte sulle ridipinture più tenaci. A pulitura ultimata è stata effettuata la rimozione di vecchie stuccature non più coerenti e successivo consolidamento, delle zone d'intonaco in procinto al distacco dal supporto murario, tramite iniezioni di malte idrauliche a basso peso specifico.
La stuccatura delle fratture e fessurazioni è stata eseguita con malta composta da inerti a granulometria idonea e da grassello di calce. Infine è stato operato il ritocco pittorico, mediante la sovrapposizione di più velature sensibilizzate alle cromie originali, in tutte le zone dove esistevano lacune della decorazione dipinta, abrasioni, e differenze cromatiche.

Volta a botte del presbiterio

Il dipinto liberty eseguito a tempera ha richiesto particolare attenzione per la presenza di polverizzazione superficiale del colore, che ha comportato la necessità  di un fissaggio della pellicola pittorica tramite resina acrilica a spruzzo. Un fissaggio completo della superficie è stato effettuato dopo una leggera e accurata pulitura e rimozione delle parti ormai compromesse da vecchie infiltrazioni d'acqua. Successivo consolidamento e esecuzione di stuccature delle numerose fessurazioni e lesioni e integrazione pittorica finale con ricostruzione della decorazione, con riporto del disegno preparatorio a spolvero, il tutto per ottenere un valore cromatico unitario.

Specchiature in finto marmo degli archi

I tasselli preliminari all'intervento di restauro ci hanno permesso di leggere tre diversi strati di finitura sovrapposti tra loro in tempi differenti, con modalità  che cambiavano dal primo al secondo arco trionfale.
I saggi eseguiti sul primo arco hanno rilevato al terzo livello la coloritura giallo chiaro eseguita a tempera, al secondo livello la presenza del colore azzurro eseguito a calce e al primo livello il finto marmo originale con una superficie molto liscia, al di sotto il paramento murario.
I saggi eseguiti sul secondo arco hanno evidenziato al terzo livello la coloritura giallo chiaro, al secondo livello la presenza del finto marmo rosso avente una superficie ruvida e opaca e al primo livello il finto marmo originale con una superficie liscia, al di sotto il paramento murario.
In accordo con le Soprintendenze competenti si è proceduto al ritrovamento della cromia originale sul primo arco, mentre per quanto riguarda l'arco trionfale prossimo alla navata, costatando le modifiche subite, come ad esempio il modellato della cornice in stucco e l'inserimento nel centro delle specchiature di decori floreali in rilievo a stucco dorato, il ritrovamento ha interessato il secondo livello caratterizzato dal finto marmo rosso.
La rimozione degli spessi strati di ridipintura è avvenuto mediante l'uso di strumenti di tipo meccanico, quali spatoline d'acciaio e bisturi, seguito da applicazioni di impacchi con polpa di cellulosa in soluzione acquosa di ammonio bicarbonato e accurato lavaggio con acqua e spugne. Successiva rimozione di vecchie stuccature, di fili elettrici e chiodi. Ultimata la pulitura delle superfici le operazioni sono proseguite con la stuccatura a livello delle lacune con malta composta da grassello di calce e polvere di marmo. Infine è stato realizzato il restauro estetico: l'integrazione è avvenuta mediante colori ad acquerello, a imitazione del finto marmo nelle lacune, e leggere velature nelle abrasioni.

Balza in finto marmo

Sulle pareti del presbiterio al piano terra sono stati ritrovati quattro pannelli in finto marmo rosso, che erano stati completamente coperti dalla stesura di una vernice a smalto particolarmente aderente alla porosità  dell'intonaco. La rimozione è avvenuta tramite impacchi di soluzione acquosa di ammonio carbonato, supportati con polpa di cellulosa, e successivo lavaggio con acqua e spugna. Lo stato di conservazione della superficie pittorica era particolarmente decoeso ed in parte compromesso in alcuni punti dall'umidità . L'operazione successiva è stata la rimozione di chiodi, di fili elettrici e in particolare modo dei pannelli in legno decorato, che erano stati murati alle pareti e ancorati all'altare maggiore, con la funzione di separare il presbiterio dal coro. L'intervento è stato completato con l'esecuzione della stuccatura e l'integrazione pittorica, quest'ultima in accordo con la Direzione dei Lavori ha comportato, in conseguenza al nuovo spazio ottenuto, la modifica di due pannelli che prima apparivano più piccoli e stretti, così da renderli tutti e quattro della stessa dimensione.

Superfici parietali

Il restauro conservativo delle superfici parietali ha riguardato l'asportazione degli strati di scialbo superficiale, avvenuta tramite l'uso di strumenti meccanici come spatole di acciaio, seguita da spazzolatura con soluzione leggermente basica di ammonio bicarbonato e risciacquo finale con acqua e spugne. Rimozione di parti incoerenti e consolidamento degli strati di intonaco soggetti al distacco dal supporto murario. Sigillatura delle lacune e delle fessurazioni, rispettando la sequenza compositiva sovrapposta dall'arriccio alla finitura, con malta costituita da sabbia e grassello di calce. I risultati delle indagini stratigrafiche eseguite anche lungo la navata della chiesa hanno indotto la Direzione dei Lavori, dopo un attento esame delle coloriture originali ritrovate e dell'impianto decorativo secentesco barocco, alla ricostituzione della coloritura dell'azzurro per le pareti e del rosa per gli spazi più circoscritti. L'intervento è stato completato con l'integrazione delle coloriture delle superfici, stese a pennello con più mani di calce preparata con pigmenti minerali puri, precedentemente stemperati in acqua, e successiva patinatura.

Finta finestra

Le operazioni di restauro, precedute dall'esecuzione di tasselli di pulitura, hanno permesso il ritrovamento della cromia originale della finta finestra del presbiterio. L'intervento in particolare ha interessato la modifica della finestrella vera, che interrompeva il tessuto cromatico nel suo insieme. E' stata dunque proposta la modifica con una finestrella in legno, sulla cui superficie è stato operato il ritocco pittorico a scomparsa.

Intervento di restauro: decorazione plastica

Decorazione plastica a stucco

La prima fase dell'intervento di restauro è stata la rimozione degli spessi strati di ridipintura per rimettere in luce il modellato della decorazione a stucco bianco. La pulitura è stata eseguita mediante discialbo con strumenti meccanici, quali spatoline di acciaio e bisturi. Consolidamento delle superfici soggette a distacco degli strati sottostanti, con iniezioni a mezzo di siringhe con malte idrauliche e localizzate imperniature in acciaio, per problemi di tipo statico verificatisi nelle finestre del coro. E' seguita la fase della stuccatura delle lacune e delle mancanze degli elementi decorativi in stucco che sono stati ricostituiti. Alcuni modellati a spatola, rispettando la sequenza compositiva sovrapposta dall'arriccio agli strati di intonaco fino allo stucco in gesso, altri riprodotti, come nel caso della composizione floreale, mediante il calco in gomma siliconica di un elemento di analoga forma presente nell'impianto decorativo.
Ulteriore trattamento ha riguardato la scartatura della superficie degli stucchi per rimuovere ulteriori residui e rugosità . Il restauro è terminato con il ripristino della coloritura originale della decorazione plastica, tramite la stesura a pennello di più mani di calce preparata con pimenti minerali puri, precedentemente stemperati in acqua.

Decorazione plastica a doratura

Le decorazioni a stucco del coro sono arricchite dalla presenza di dorature e, dall'osservazione dei manufatti, si è potuto constatare che le medesime sono state realizzate a foglia, con preparazione bolare rossa. I putti invece, attraverso alcuni saggi stratigrafici, hanno rilevato la presenza di due cicli di intervento importanti e di una stesura eseguita in epoca più recente di porporina, annerita dall'ossidazione. Il secondo ciclo è costituito a foglia d'argento meccato, mentre il ciclo originale è stato eseguito a foglia d'oro con preparazione bolare rossa. Dopo il ritrovamento si è constatato il pessimo stato conservativo delle finiture dorate di alcuni elementi decorativi. E' stato quindi proposto il rifacimento delle parti mancanti, tramite applicazione di foglia d'oro con missione all'acqua e successiva patinatura. Con il consenso della Direzione dei Lavori si è poi proceduto alla pulitura dei putti, mettendo in luce la foglia d'argento, cui è seguito il restauro e l'integrazione sensibilizzata tramite la tecnica della meccatura.

Intervento di restauro: altare maggiore

La parte predominante del presbiterio è rappresentata dall'altare maggiore e dalle edicole laterali, costituite da stucco smaltato con intarsi in finto marmo policromo. Ad una prima analisi visiva l'opera in esame presentava una superficie annerita, generata in parte dalla condensazione di particelle polverose, a contatto con l'umidità  del microclima della chiesa, ed in parte dai fumi grassi delle candele depositatesi sulle superfici. Si sottolineava in particolare la presenza di parti incoerenti quali pannelli in legno decorato, ancorati con staffe in ferro sul retro del modellato, che confondevano ed appiattivano la volumetria dell'altare. Inoltre sui ripiani vi erano delle tavole di legno sagomate ed inchiodate, ormai completamente consunte e marce. Le alterazioni macroscopiche si distinguevano in lesioni, fratture e vecchi rifacimenti eseguiti senza alcuna attenzione per il modellato, presenza di macchie, e piccole mancanze di alcune parti del modellato. L'esecuzione di tasselli di pulitura, su alcuni elementi decorativi del ciborio, denotavano la presenza di dorature con preparazione bolare rossa. La pulitura delle superfici è stata preceduta dalla preparazione del manufatto costituito dall'asportazione di tutte le parti incoerenti, per consentire di operare gradualmente per fasi. Dapprima con un semplice lavaggio delle superfici con acque e spugne, per asportare depositi più incoerenti e polverulenti, poi con una soluzione basica seguita da spazzolatura, con spazzolini di nylon, e risciacquo con spugne naturali. La deceratura è avvenuta tramite l'uso di ragia minerale. Per la sigillatura delle fessurazioni e della lacune mancanti sono stati usati impasti di calce idraulica e sabbia e finiture a stucco successivamente scartati. A conclusione dell'intervento è stata eseguita l'integrazione pittorica, seguita da una applicazione, su tutta la superficie, di cera lucidata mediante strofinatura manuale con panni di lana, per conferire idonea protezione dai depositi polverosi.

Edicole in stucco smaltato con intarsi in finto marmo

I manufatti in esame presentavano una superficie offuscata dovuta alla sedimentazione untuosa di polveri e sporco. La presenza inoltre di infiltrazioni d'acqua sulla parete, in particolare a destra dell'altare maggiore, avevano resa precaria la stabilità  del modellato in stucco. Si notavano fratture, fessurazioni e alcune mancanze. Le sedute in pietra erano state ridipinte con una vernice a smalto azzurra, ma un saggio stratigrafico ha rilevato la presenza di un finto marmo giallo particolarmente consunto. L'intervento di restauro si è articolato seguendo le fasi di consolidamento delle parti di intonaco compromesso dall'umidità , di pulitura delle superfici in stucco e finto marmo ad impasto, mediante applicazione di impacchi estrattivi di carta giapponese ed ammonio bicarbonato, e successivo lavaggio con acqua e spugne. E' stata anche eseguita la rimozione della superficie a smalto con sverniciatore e solventi e la successiva stuccatura, con rifacimento del modellato mancante.
Infine il restauro è stato ultimato con un'integrazione estetica tramite velature a tavolozza nelle lacune e abrasioni, compreso il rifacimento del finto marmo giallo delle sedute in pietra. Esecuzione di stesura finale su tutta la superficie di cera lucidata mediante strofinature manuali con panni di lana.

Interventi di restauro: balaustra in pietra con intarsi in marmo

L'analisi visiva, preliminare all'intervento di restauro, eseguita sugli elementi litei nell'area presbiteriale ha rilevato la presenza di importanti tracce di coloriture, in particolar modo sulla balaustra in cui si evidenziava un finto marmo policromo. L'indagine conoscitiva ha comportato, in accordo con la Direzione dei Lavori, la scelta di ricondurre tutti gli elementi in pietra serena alle coloriture settecentesche, ossia a quell'aspetto barocco che costituisce la caratteristica principale della chiesa. L'intervento di restauro sul manufatto ha previsto preconsolidamento, pulitura con acqua demineralizzata e ammonio bicarbonato, consolidamento e stuccatura di cretti e lacune. Revisione generale degli ancoraggi, dei colonnini, della balaustra, con parziale incollaggi. Il restauro si è concluso con la preparazione della superficie ed il reintegro pittorico a finto marmo, seguito dalla stesura finale di più mani di cera come protettivo finale.


Paolo Marradi
Responsabile delle opere di restauro e Direttore Tecnico Ires Spa

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