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17/05/2007 |
Il progetto di restauro conservativo della chiesa (Eros Bati, Laura Bati, Domenico Foderaro) |
IL PROGETTO DI RESTAURO CONSERVATIVO DELLA CHIESA EI SS. COSMA E DAMIANO AL VIVAIO
Premessa
La conservazione degli edifici storici monumentali rappresenta, per chi l'affronti con consapevolezza, un'esperienza veramente coinvolgente.
Ogni manufatto storico è unico e irripetibile sia come organismo architettonico con le sue vocazioni sia come luogo entro il quale ha vissuto e oggi vive e si muove una particolare comunità di persone .
Nel 1516 su pressione del popolo dell' Ancisa, Papa Leone X concesse ai frati Minori la costruzione della chiesa e del convento dei Ss. Cosma e Damiano al Vivaio, la dove già esisteva un monastero di monache Vallombrosane e la chiesa di S. Maria.
Da allora il convento e la sua chiesa hanno rappresentato il centro della vita sociale, comunitaria e religiosa per quel popolo.
Ancora oggi il convento è ' organismo vivo' nel quale si svolge una vita religiosa profonda di relazioni spirituali intense sia con la scuola sacerdotale internazionale sia con la popolazione di Incisa.
Allora, come si diceva all'inizio, il restauro diventa progetto attraverso il quale restituire ad una comunità il suo 'luogo sacro' accogliente, diviene mezzo per restituire al paese una parte urbana, cuore di molte relazioni, con il loggiato e la scalinata recuperati nei materiali più consoni alle scelte progettuali originarie.
La Chiesa, collocata sul margine destro del complesso del Vivaio ha sulla sinistra, finitime, le fabbriche del convento e il chiostro conventuale, è un fabbricato ad unica aula che finisce nel coro dietro l'altare, e ha sui fianchi del fronte due cappelle accessibili dall'interno dette del Crocifisso e della Madonna, che ne ampliano la facciata principale esaltata dal portico frontale che la copre tutta.
Le strutture verticali di ambito dell'aula e delle cappelle sono costituite da muri di forte spessore in pietrame e malta di calce aerea intonacati sui due lati, poggianti su fondazioni continue sempre in pietrame.
Il pavimento della chiesa, probabilmente poggiato su terra, nella parte vicina all'altare maggiore conserva l'impianto più antico per posa, materiali e cromia, evidenziando un disegno in marmo bianco con piccoli inserti di marmo scuro a rendere più elegante la maglia quadrata.
Lastre tombali finemente lavorate sottolineano la bellezza di questa parte della chiesa, mentre nella zona d'ingresso all'aula e nelle due cappelle laterali il pavimento originario è stato sostituito con piastrelle in graniglia.
All'esterno, la scalinata frontale alla chiesa che da accesso al bellissimo loggiato, luogo di accoglienza da secoli, presentano pavimenti in battuto di calcestruzzo frutto di restauri eseguiti in tempi relativamente recenti.
Il progetto di restauro
Le problematiche da affrontare per il risanamento conservativo di questo edificio sono molte.
Dall'analisi dello stato in cui versa la chiesa emerge evidente il forte deterioramento della parte basamentale degli intonaci interni, degli stucchi e delle decorazioni, dovuto all'umidità capillare di risalita sui muri d'ambito, che ormai in alcune parti ha raggiunto altezze di circa 2 mt dal pavimento.
Tale deterioramento ha prodotto evidenti fenomeni di disgregazione delle calci con distacchi e sfarinamenti delle coloriture. Il danno si è esteso poi alle parti in legno: cornici, decorazioni, confessionali e coro presentano importanti fenomeni di degrado. Anche le parti lapidee per l'assorbimento presentano fenomeni di sfogliamento.
L'intervento di restauro da attuare, in accordo con la Sovrintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Firenze, è mirato alla riqualificazione della scalinata di ingresso e del loggiato e alla bonifica delle pareti e del pavimento dall'umidità individuandone le fonti e disinnescandole.
Nel loggiato l'intervento previsto è quello della demolizione del battuto di calcestruzzo per posare in opera un pavimento in cotto toscano di formato 14 cmx28 cm con fasce di pietra arenaria serena in corrispondenza delle colonne a sottolineare la divisione in campate quadrate di questo spazio.
La scalinata esterna dalla geometria 'caratteristica' sarà ricostruita fedelmente nelle forme con lastre di pietra arenaria serena scalpellata .
Per la chiesa l'intervento da attuarsi sarà più impegnativo e consistente.
Nel caso specifico le fonti dell'umidità di risalita capillare sono tre :
1) Le fondazioni, poggiate su terra ed accostate ad essa lateralmente, fanno risalire sui muri per capillarità l'acqua di un terreno di per se molto umido (non ci dimentichiamo che il posto si chiama "Vivaio" fin dall'antico ed esiste ancora una fonte sul giardino tergale che ce lo rammenta).
2) Lo scannafosso esterno ai muri di ambito, che avendo il fondo più alto del pavimento della chiesa non consente un'adeguata aerazione della pareti.
3) Il pavimento interno della chiesa che è poggiato su terra.
Per interrompere la risalita dell'umidità occorre agire contemporaneamente su tutte e tre le fonti prevedendo: il ripristino e completamento dello scannafosso esterno, mediante scavo da eseguirsi a mano e con l'ausilio di piccoli mezzi meccanici a liberare i muri d'ambito dal contatto con il terreno e farli "respirare"; l'isolamento del piano di calpestio della chiesa e delle cappelle laterali per i quali è previsto lo smontaggio dell'attuale pavimentazione, lo scavo in profondità del terreno da eseguirsi a mano per non danneggiare le sepolture e gli altari laterali, e la creazione di massicciata lapidea o cupoline o gattaiolato.
La creazione di questa intercapedine aerante attenuerà notevolmente il problema dell'umidità .
Infine il rifacimento del piano di calpestio permetterà l'inserimento del sistema di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento. Questa tecnica di riscaldamento degli ambienti oltre ad essere efficace per il confort è anche esteticamente non invasiva per gli ambienti poiché evita la posa di elementi radianti a vista sulle pareti .
Per avere una visione globale dello stato di fatto del sottosuolo della chiesa che permettesse di adottare, la soluzione progettuale più consona, anche tenendo conto delle tante lastre sepolcrali inserite nel pavimento, si è voluto procedere ad effettuare un indagine conoscitiva con l'ausilio del georadar che ha dato interessanti risultati documentati con schemi e relazione.
Nel sottosuolo della chiesa, lungo il corridoio centrale dell'aula, sotto il portico frontale e nella cappella laterale di sinistra si è rilevata la presenza di vuoti riferibili a vani coperti a volta di dimensioni notevoli sia in pianta che in alzato che andranno esplorati con l'ausilio di telecamera al momento della esecuzione dei lavori per prendere le necessarie determinazioni in fase esecutiva.
Affrontato e risolto il problema dell'umidità il restauro procederà intervenendo sulle finiture e le decorazioni degli interni.
Per il restauro degli intonaci dell'aula e delle cappelle laterali sarà prevista la ricostituzione in malta fine di calce aerea nei colori già ritrovati e campionati nella parte absidale della chiesa recentemente restaurata.
Per il restauro degli elementi decorativi e degli stucchi sono previsti interventi di pulitura, consolidamento stuccatura e ripresa cromatica diffusa per uniformare i manufatti nel loro aspetto generale.
Il restauro delle parti lignee: i confessionali, le porte, le cornici sarà condotto con il prezioso contributo della Scuola di Restauro di Palazzo Spinelli e consisterà in un impegnativo lavoro di recupero degli arredi sacri essenziali al carattere del luogo.
L'intervento di restauro della chiesa prevede poi l'inserimento di alcuni deumidificatori (deumidificazione elettrofisica delle murature) per contribuire al mantenimento del microclima ottimale ad accogliere le bellissime opere d'arte che recentemente restaurate saranno ricollocate all'interno della chiesa esaltate da un nuovo sistema di illuminazione.
L'augurio è quello di restituire al più presto questa bellissima chiesa alla popolazione.
Eros Bati, Laura Bati, Domenico Foderaro
Architetti
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