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20/05/2007
Notizie storiche sulla chiesa (a cura di Marco Della Tommasina)
LA CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO
UNA CRONOLOGIA

Le notizie storiche sono state ricavate dagli Archivi di Stato di Firenze, dall'Archivio Storico dei Frati Minori e da quello vescovile di Fiesole, in particolare da "Memorie e Ricordi del Convento del Vivaio presso Incisa Valdarno, 1597-1915" e da "Relazioni dei Conventi Osservanti della Provincia Toscana".

1516 Il 6 gennaio, papa Leone X asseconda la richiesta degli Osservanti di costruire un convento e una chiesa nella località  dove esisteva un oratorio dedicato a Santa Maria detto al Vivaio, e dove già  gli stessi Frati possedevano un ospizio, cambiandone il nome in Ss. Cosma e Damiano in onore di Cosimo il Vecchio. Il 14 gennaio la famiglia Castellani di Firenze dona il terreno necessario alla costruzione, le cui spese sono coperte dalla famiglia Cambini. Il lunedì di Pasqua è piantata una croce nel luogo dove deve sorgere la chiesa, e concessa un'indulgenza plenaria ai pellegrini che avessero visitato il santuario in tale data.

1521 Girolamo del Bianco dona agli Osservanti il bosco e gli orti circostanti.

1524 Papa Clemente VII conferma l'indulgenza concessa nel 1516.

1538 Il 28 gennaio la chiesa è consacrata da parte del vescovo francescano Bonaventura di Dalmazia. Dalle "Memorie e ricordi del convento del Vivaio" (crf. Archivio Storico dei Frati Minori), si evince che la struttura della chiesa era già  definita come attualmente: chiostro, sacrestia, chiesa senza le cappelle laterali, loggia.

1540 Il marchese Simone Capponi finanzia la ristrutturazione della cappella della Madonna, adornandone le pareti con affreschi ora perduti.

1560 Il popolo di Incisa dona il lavamani in pietra serena (datato) conservato nella sacrestia.

1584 Grazie ai donativi di Tommaso Tassi si erige la seconda cappella della chiesa, posta speculare rispetto a quella della Madonna, che è intitolata al Crocifisso.

1586 Viene fondata nella chiesa del Vivaio la Compagnia del Santo Nome di Gesù, un'istituzione di carità  esistente ancora oggi.

1588 E' eretto il primo altare sul lato sinistro della navata, dedicato alla Concezione, di patronato di Ercole Braccini e della moglie Fiammetta Giuliani.

1590 Matteo Romanelli e sua moglie donarono 22 scudi per costruire il loggiato davanti alla chiesa.

1592 Inizia la costruzione del loggiato esterno in dimensioni più ampie rispetto all'originario del 1538, esteso verso le cappelle laterali già  edificate nello stesso anno.

1597 Da questa data i padri guardiani registrano regolarmente i fatti salienti della vita della comunità  in un volume di Memorie e Ricordi attualmente conservato presso l'Archivio Provinciale Toscano dell'Ordine dei Frati Minori.

1599 Il 20 settembre fu iniziato il muro "-¦che è tra il prato e la strada che viene dal cimitero", muro che esiste ancora oggi. Nel luogo dove era allora il cimitero, c'è adesso il salone teatro.

1608 La chiesa viene completata anche con il ciborio dell'altare maggiore. Si aggiungono altre sepolture.

1636 Si erige l'altare intitolato al Nome di Gesù, di patronato della compagnia omonima.

1641 Lucrezia Tassi fa costruire l'altare nella cappella di famiglia (Crocifisso).

1646 Il 7 novembre il vescovo Roberto Strozzi visita il Convento e la chiesa di S. Vito a Loppiano.

1647 Si rinnova l'arredo del refettorio (identificato con quello tuttora presente).

1655 Si costruisce l'altare dedicato a Sant'Antonio con il dipinto a lui dedicato.

1664 Il 26 giugno viene completata la peschiera e vi furono immessi i pesci.

1677 Pietro Santi Ridi, procuratore del convento del Vivaio, finanzia la ricostruzione dell'edicola della cappella della Madonna.

1679 Nei giorni di Pentecoste con una festa solenne il corpo di S. Alessandro Martire viene posto sotto l'altare della Madonna, eretto da Padre Giovan Battista da Selvapiana, allora guardiano del Vivaio. Il corpo era stato donato l'anno prima da Papa Innocenzo XI al monaco Padre Mauro di Francesco Salvucci di Firenze, il quale ne fece dono a Piero di Riedi. Le ossa di S. Alessandro rimarranno al Vivaio fino al 1737

1706 Si decide la vendita del piccolo organo e la costruzione di un grande organo nella controfacciata della chiesa, affidandone la realizzazione al celebre organaro romano Lorenzo Testa. La cassa e la cantoria sono intagliate rispettivamente da Giovanni Vernaccini di Firenze e da Arcangelo da San Iacopo. Il complesso ligneo è dorato da Giovanni Gualberto Farinacei.

1707 L'organo, costato 220 scudi, viene posto nella cantoria sopra il portale d'ingresso.

1719 Visto lo scarso risultato fonico dell'organo, il padre guardiano Antonio Domenico da Castiglione ne affidò il restauro ex novo al prete Iacopo Crudeli di Poppi, esperto organaro toscano, il quale con una spesa di 40 scudi lo portò da 9 registri a 5 registri raddoppiati.

1720 Prendono l'avvio importanti opere di ristrutturazione della chiesa, su progetto dell'architetto fiorentino Giovannozzo Giovannozzi e con i finanziamenti, tra i molti, del granduca Cosimo III e dei monaci di Vallombrosa. I lavori interessano inizialmente il rifacimento della volta e delle finestre e successivamente le altre opere murarie.

1721 Padre Ambrogio di Bibbiena fa dipingere lo sfondo della volta ad Alessandro Geri di Firenze e fece costruire i medaglioni di stucco nei quali vengono collocati i dipinti del Brunori.

1722 Si lavora a questa data all'ampliamento del presbiterio e si restaurano gli stalli cinquecenteschi del coro ai quali vengono aggiunti i postergali. Nel refettorio Padre Bernardino di Siena inizia a dipingere il Cenacolo nel fondo e di fronte la Comunione degli Apostoli.

1727 E' chiusa la loggia della biblioteca per ampliare con nuove celle il dormitorio: la biblioteca è trasferita in un nuovo locale appositamente costruito al secondo piano.

1734 Padre Ambrogio da Bibbiena, riconfermato guardiano, decide la fabbrica della libreria innalzata sopra la Cappella della Madonna.

1735 Prende il via una seconda fase di lavori nella chiesa che interessa gli altari laterali (ai quali vengono aggiunti i gradini e i cibori) e l'arredo del setto del presbiterio pavimentato con ottagoni di marmo bianco e quadrati neri fatti venire da Carrara. Intorno a questa stessa data si lavora ugualmente nel convento a cominciare dal refettorio, dove si realizzano nuovi dipinti in sostituzione di quelli cinquecenteschi ormai irreparabilmente danneggiati dal tempo. In sei mesi Gaetano Ansaloni di Modena termina la scagliola dell'altare maggiore.

1737 Il corpo di S. Alessandro viene trasferito dall'altare della Madonna a quello maggiore della chiesa del Vivaio e in esso si trova ancor oggi.

1738 Padre Casimiro da Falterona fa eseguire i "luoghi comuni", i servizi igienici in sostituzione di quelli vecchi che erano troppo scomodi. Il 3 dicembre un'inondazione procura ingenti danni, riducendo i pavimenti in pessimo stato.

1741 Padre Leonardo da Pontassieve fece costruire un nuovo forno per il pane. Viene anche riparato l'organo cui sono aggiunte 40 canne di piombo.

1748 Viene costruita una cappellina per i religiosi infermi, ricavandola da una stanza del dormitorio.

1765 Padre Serafino da Poggibonsi fa restaurare il dormitorio maggiore dalla parte del campanile e tinteggiare tutto il convento che "-¦per la sua bruttezza faceva orrore-¦", provvedendo anche alle riparazioni del pavimento.

1767 Nella cappella degli infermi, ricavata da una cella del dormitorio, è eretto un altare dedicato a San Pietro d'Alcantara. A questa data sono presenti nel convento 13 religiosi, 6 conversi e 19 'forestieri'.

1770 Una forte scossa di terremoto colpisce il Valdarno. La chiesa è danneggiata in ogni sua parte, con lesioni in quasi tutte le stanze del convento.

1775 Si spendono ancora 10 scudi per accomodare l'organo e per un tendone a copertura delle canne di facciata.

1779 Viene rifatta la tettoia inferiore del chiostro, rifacendo il muro di sostegno.

1781 Il 14 maggio il vescovo Ranieri Mancini visita la chiesa dei Ss. Cosma e Damiano e la chiesa di S. Vito.

1796 Un'incisione RAD 1796 (Restauravit Anno Domini 1797) è apposta sul bordo in pietra del portone d'ingresso al convento.

1807 Il 12 febbraio la chiesa è eretta a parrocchia della diocesi di Fiesole.

1810 A seguito delle soppressioni napoleoniche il 13 ottobre il convento viene chiuso.

1813 Il patrimonio della biblioteca del convento è affidato all'Accademia valdarnese del Poggio (allora con sede a Figline Valdarno e dal 1821 a Montevarchi) che tuttora lo conserva.

1815 Il 30 maggio, a seguito della restaurazione del governo Granducale, i frati riprendono possesso del convento.

1823 Viene rifatta la parte di pavimento non in marmo della chiesa, della sacrestia e del loggiato. Vengono apposti nuovi scalini di pietra sotto il loggiato.

1828 Viene effettuata una colletta tra i vari benefattori del convento per restaurare ancora una volta l'organo, che avrà  una nuova tastiera, due mantici reali nuovi e altri registri (nazardo, cornetto, vigesimanona, clarone, corno inglese, trombe basse e soprane, campanelli). L'intervento è compiuto per 2035 lire dall'organaro Giacobbe Maria Paoli di Campi Bisenzio, come attesta un cartiglio posto all'interno del somiere.

1843 Viene eretta la croce in pietra, tutta di un pezzo, di fronte alla chiesa.

1858 Il vescovo Giovacchino Antonielli visita la parrocchia dove vi era l'obbligo di celebrare 104 messe l'anno e di celebrare la festa della SS. Concezione.

1864 Si eseguono importanti restauri nella chiesa, che interessano i dipinti della volta, gli stucchi e gli arredi.

1867 In seguito alle soppressioni volute dallo Stato unitario italiano, il 14 gennaio il convento è nuovamente chiuso. Rimangono sul posto solo due frati preposti alla cura della chiesa.

1879 Il convento è nuovamente requisito.

1889 I locali della parrocchia vengono divisi per legge da quelli del convento.

1897 Il convento accoglie il Collegio dei Missionari della Verna.

1905 Nel convento si eseguono vari lavori di ingrandimento del seminario.

1911 Viene incalanata l'acqua della Costarella per uso cucina.

1919 Si restaura il tetto della chiesa. In questo stesso anno, in una sala del convento, si tiene la riunione nella quale è fondata l'Unione dei Lavoratori agricoli, legata al Partito Popolare Italiano.

1920 Si esegue il consolidamento della muratura del coro e si riallestisce l'altare di Sant'Antonio. Nella cappella del Crocifisso è posto un fonte battesimale in terracotta di Galileo Chini.

1923 Si eseguono importanti interventi di restauro che tra l'altro prevedono il consolidamento del campanile e il rifacimento della pavimentazione sia in chiesa sia nel loggiato. Sono decorate le volte del presbiterio, del coro e le pareti delle due cappelle laterali. Anche l'arredo ligneo è interessato da restauri.

1927 L'Ordine stipula con il Comune di Incisa l'Atto di acquisto dell'immobile.

1928 E' documentato un intervento di restauro all'organo.

1931 Sono ricostruite le basi delle quattro colonne centrali del porticato, aggiunto il cornicione in cemento e restaurati i pilastri e le armi in facciata.

1936 Nei locali a ridosso della chiesa è allestita una sala cinematografica.

1946 A seguito dei danni bellici (fortunatamente limitati) si esegue il rifacimento dei tetti e delle finestre del convento.

1948 Viene posta in opera la scalinata di accesso alla chiesa.

1959 Viene ripavimentato il refettorio.

1963 Le stanze seminterrate del convento sono adattate ad abitazione di privati.

1967 Il fonte battesimale in terracotta posto nella cappella del Crocifisso viene rimosso e sostituito con uno in marmo rosso posto nella cappella della Madonna.

1975 Si restaura una porzione della copertura della chiesa.

1983 I frati Minori lasciano il convento. La chiesa e la canonica passano alla diocesi di Fiesole.

1984 Gli ambienti del monastero appartenenti all'Ordine dei Frati Minori sono ceduti in comodato (eccetto quattro stanze situate tra la loggia della chiesa ed il chiostro che rimangono in uso alla parrocchia) al movimento dei Focolari, che qui istituisce la scuola sacerdotale internazionale Vinea Mea, trasferita da Frascati. La Soprintendenza ai Monumenti (direzione architetto Bruno Pacciani) interviene su questa parte del convento, anche per adeguarne la struttura alle nuove esigenze: la stanza della biblioteca è adattata a cappella, i locali un tempo destinati ad officina sono trasformati in stanze di accoglienza.

1994 Si apre un ampio cantiere di restauro per le cure della Soprintendenza di Firenze, diretto prima dall'architetto Paolo Mazzoli e poi dall'architetto Laura Baldini Giusti.

2006 Le nove tele poste tra le finestre della chiesa sono trasferite all'Istituto per l'Arte e il Restauro "Palazzo Spinelli" di Firenze per la loro conservazione, con la sorveglianza di Caterina Caneva come da progetto approvato dal Soprintendente Bruno Santi.

2007 Il 31 maggio don Lorenzo Campagnolo benedice il grande dipinto ovale dell'Immacolata Concezione che ritorna a splendere al centro dell'abside dopo il restauro dell'Istituto per l'Arte e il Restauro. Nello stesso anno, a cura del presidente dell'Istituto, Francesco Amodei, viene allestito nel convento un laboratorio permanente di restauro e viene pubblicato un libro sulla chiesa e sul convento.


Marco Della Tommasina
Membro della Commissione Beni Culturali del Convento del Vivaio

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