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01/06/2007
Il Soprintendente di Firenze, Bruno Santi, per la chiesa di Incisa
Un programma per il patrimonio storico-artistico della chiesa "del Vivaio" di Incisa Valdarno
Programmare un intervento globale su un complesso di evidente cospicuità  di storia religiosa e di arte figurativa e decorativa a essa connessa è sempre stato -“ io credo -“ una delle massime aspirazioni degli ufficà® di tutela territoriali che si occupano del patrimonio con tali caratteristiche.
Ciò per ovviare operativamente alle necessità  di conservazione di quanto i complessi in questione hanno saputo mantenere in mezzo alle difficoltà  e alle vicissitudini in cui le vicende storiche li hanno coinvolti e ancor oggi presentano come testimonianza ineludibile della loro presenza sul territorio che li ha visti fondare, crescere, svilupparsi, modificarsi e finanche estinguersi rispetto alla primitiva funzione per cui si eran costituiti.
Purtroppo, e per molte cause (di carenza finanziaria, di difficoltà  programmatiche e operative, di obiettiva necessità  di distribuire le risorse su varà® luoghi al fine di non trascurare altre zone di territorio di competenza che potrebbero ugualmente avere esigenze d'intervento, e anche di inveterata disabitudine per interventi di tal genere), questa prospettiva attraente ed efficace non ha avuto molto modo di essere soddisfatta.
Ma ora, in questa occasione -“ e direi felicemente -“ ci si prospetta la possibilità  di presentare ciò che è stato compiuto e ciò che deve ancora esser realizzato per la sicurezza conservativa e la valorizzazione del patrimonio d'arte religiosa in una delle chiese più venerate e conosciute del Valdarno superiore, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano "al Vivaio" (bel nome anche questo, segnacolo di fertilità  e di compiuta integrazione tra attività  dell'uomo e risorse della natura) presso l'Incisa, che ha visto -“ e vede -“ l'impegno di tanti enti e istituzioni, di tante professionalità , di tante aspirazioni vòlte al recupero di quanto altri personaggi, altre realtà  religiose e civili, altre professioni e mestieri hanno lasciato come testimonianza di fede, di creatività , di attività  e -“ perché no? -“ di fatica, in questa zona di Toscana così ricca di memorie e di vicende storiche. (E non a caso, la più recente iniziativa da parte dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di altre istituzioni da essa coinvolte e interessate, proprio con il coinvolgente titolo di "Rinascimento in Valdarno", ha riguardato questa parte di valle percorsa dal fiume toscano e il periodo che ne ha visto scaturire personalità  di valenza universale nel campo dell'arte -“ come obliterare la presenza di Masaccio? -“ e di opere di fondamentale importanza da loro eseguite in questa terra).
Quindi, il "cantiere" del "Vivaio", in parte già  condotto a buon punto dalle due soprintendenze, quella per i beni architettonici e quella per il patrimonio storico-artistico, con il felice supporto operativo di istituti di formazione al restauro, l'Università  Internazionale dell'Arte e l'Istituto per l'Arte e il Restauro, viene virtualmente riaperto per concludere in maniera fruttuosa tutti quegli interventi necessarà® per il completamento dei lavori di recupero, di cui appropriatamente Francesco Amodei, ideatore del progetto, dà  un doveroso e preciso resumà© in appendice a questo volume, che è un felice compendio di storia, di considerazioni critiche sul patrimonio artistico conservato in questo antico convento dell'Osservanza francescana, nonchà© un opportuno documento per stimolare attenzione ed eventuale ricerca di risorse per compiere le operazioni che restano da fare.
Rappresentando la Soprintendenza per il patrimonio storico-artistico, non posso che esprimere tutta la soddisfazione dell'ufficio per quanto si è fatto e si farà  per il compiuto recupero del notevole patrimonio d'arte della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, e ringraziare tutto quel complesso di operatori, studiosi, funzionarà® di soprintendenza (tra cui mi permetto -“ con probabile prevaricatore spirito "di corpo", di ricordare Caterina Caneva, da tnto tempo attenta custode del patrimonio culturale valdarnese) e responsabili degl'istituti di restauro, nonchà© l'editore della pubblicazione che qui s'introduce, che si configura come indispensabile strumento di testimonianza e di previsioni operative per la valorizzazione di questo rilevante edificio sacro presente nel territorio dell'antica e nobile diocesi fiesolana.

Bruno Santi
Soprintendente per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico delle province di Firenze, Pistoia e Prato

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